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Vista dal basso di un cerchio con un aereo nel messo a simboleggiare come il PNRR abbia centrato il punto con rifiuti ed economia circolare

PNRR: rifiuti ed economia circolare

Camera e Senato si sono espresse favorevolmente sulle linee guida del PNRR, muovendo però delle osservazioni riguardanti, tra le diverse tematiche, rifiuti ed economia circolare.

Partiamo però dall’inizio: cos’è il PNRR?
L’acronimo si riferisce al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un programma di investimenti che l’Italia presenterà entro fine aprile alla Commissione europea, nell’ambito del Next Generation EU.

Il PNRR ha l’obiettivo di rispondere alla crisi provocata dal Covid-19 attraverso l’adozione di strumenti necessari ad affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali.

La transizione ecologica è uno dei tre assi di intervento del Piano, in quest’ottica appare dunque chiara l’importanza di rendere rifiuti ed economia circolare due dei punti focali del PNRR.

Osservazioni Camera e Senato su rifiuti ed economia circolare

Il PNRR è stato recentemente sottoposto alla Commissione Ambiente della Camera e alla Commissione Territorio del Senato. Entrambe hanno approvato la risoluzione di maggioranza che impegna il Governo a tenere conto degli orientamenti da loro indicati.

Nello specifico, Camera e Senato richiedono in materia di rifiuti:

  • La corretta gestione e chiusura del ciclo dei rifiuti, da realizzarsi attraverso la creazione di nuovi impianti di trattamento e il potenziamento di quelli esistenti. Affinché ciò sia possibile è opportuno aumentare gli stanziamenti per i nuovi impianti e attuare un censimento di quelli già presenti per ammodernarli e per ovviare alle carenze territoriali.
  • La semplificazione della normativa per la cessazione della qualifica di rifiuto, nota anche come end of waste.
  • L’applicazione di regimi di responsabilità estesa del produttore, specialmente per le industrie tessili, di distribuzione alimentare, dei mobili e per quelle edili.
  • La previsione di un’aliquota IVA al 10% per la gestione dei rifiuti e per l’attività di riparazione. Inoltre, si richiede l’estensione del periodo minimo di garanzia dei prodotti.
  • L’introduzione del deposito cauzionale per gli imballaggi e per i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE).

Mentre per quanto riguarda l’economia circolare le osservazioni riguardano:

  • L’implementazione di azioni che possano favorire il trasferimento tecnologico e di soluzioni di open e wide innovation, eco-design sistemico e progetti di sharing economy (economia collaborativa).
  • La previsione di agevolazioni fiscali e di contributi per i responsabili acquisti. Lo scopo è incentivare l’utilizzo di prodotti o di semilavorati derivanti da processi di riciclo, oppure nati per essere riciclati, nei cicli di produzione o di consumo.
  • La previsione di rimodulazioni al ribasso degli eco-contributi per quei prodotti che presentano determinate caratteristiche in termini di riciclabilità, riutilizzabilità e durevolezza.
  • Lo sviluppo di una solida strategia nazionale che incentivi al riutilizzo delle materie prime seconde derivanti dal trattamento degli pneumatici fuori uso.
  • L’attivazione di un monitoraggio e di un supporto volti a garantire il rispetto delle quote di acquisti verdi nelle Pubbliche Amministrazioni (PA). In aggiunta, si richiede la riqualificazione e la formazione del personale delle PA in materia di economia circolare.

Come per la Transizione Ecologica, le decisioni prese sembrano aver centrato il punto: rifiuti ed economia circolare trovano il giusto spazio anche a livello istituzionale!
Tu cosa ne pensi? Esponi le tue idee e opinioni con un commento sui nostri canali social!

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