Guida pratica alla gestione dei rifiuti in azienda: partiamo dalle basi
In questo e nei prossimi articoli vogliamo aiutarti a fare un po’ di chiarezza su quello che è il complesso mondo dei rifiuti, cosicché tu possa avere piena consapevolezza del ciclo dei rifiuti che la tua azienda produce e gestirlo al meglio, senza rischiare di incorrere in sanzioni.
Cos’è un rifiuto?
Prima di capire come gestire correttamente i rifiuti è importante inquadrare brevemente la questione dal punto di vista normativo.
Abbiamo tutti un’idea più o meno precisa di cos’è un rifiuto, la questione, però, è più complessa di quanto sembri e il Testo Unico Ambientale (TUA) ci fornisce una definizione in grado di tracciare un perimento
L’articolo 183, infatti, definisce il rifiuto come
qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi
identificando invece il detentore nel produttore del rifiuto oppure nella persona fisica o giuridica che ce l’ha in carico.
La definizione proposta è solo un primo passo verso la comprensione di quello che è un rifiuto: se in alcuni casi è molto semplice identificare cos’è e cosa non è un rifiuto, in altri il confine è più labile. La Commissione Europea, a tal proposito, viene in nostro soccorso fornendoci degli esempi pratici a seconda delle casistiche che si possono presentare.
- Il disfarsi di una sostanza o di un oggetto implica un’azione da parte del detentore. Un esempio, è un oggetto gettato nel cestino perché non più utile.
- L’intenzione di disfarsi di una sostanza o di un oggetto può esserci, ad esempio, quando un sito operativo indica nel proprio piano di dismissione da attuare in caso di futura chiusura che invierà fuori sito per lo smaltimento o il recupero scorte di materiali che non possono essere restituiti.
- Il terzo e ultimo caso fa invece riferimento ad un obbligo di legge. È il caso, ad esempio, di scorte di pesticidi vietati che devono essere smaltiti e, quindi, gestiti come rifiuti.
La valutazione non può essere soggettiva, deve basarsi su dati obiettivi che definiscano il comportamento del detentore o l’obbligo al quale è soggetto. Le modalità con cui il detentore deposita i beni, ad esempio, sono considerate dalla Cassazione un sicuro indice rivelatore: accatastare materiali che hanno esaurito la loro utilità principale, attraverso modalità che non fanno ritenere che possano fornirne una ulteriore, lascia legittimamente supporre che il detentore se ne sia disfatto o abbia l’intenzione di disfarsene.
Rifiuti industriali
Dopo aver capito cos’è un rifiuto, nel senso più ampio del termine, passiamo ora ai rifiuti industriali.
I rifiuti vengono distinti in base alla provenienza in:
- rifiuti urbani: rifiuti domestici provenienti da abitazioni private ed edifici civili
- rifiuti speciali: derivanti da esercizi commerciali e attività produttive di industrie e aziende.
I rifiuti industriali rientrano in quest’ultima categoria. Ogni attività produttiva infatti produce beni e servizi, ma anche rifiuti che possono definirsi pericolosi o non pericolosi a seconda della natura e che devono essere gestiti adeguatamente.
La questione, come avrai capito, non è delle più semplici: la gestione dei rifiuti è una materia complessa, ma insieme possiamo trasformarla in un’opportunità per lo sviluppo sostenibile e la competitività della tua azienda.