MiTE: approvata la riorganizzazione
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato all’unanimità il decreto sulla riorganizzazione del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE).
Il decreto prevede una sostanziale novità: modifica il regolamento di organizzazione delle strutture amministrative in precedenza del Ministero dell’Ambiente, integrandole con le competenze in materia energetica sul piano nazionale e internazionale prima assegnate al Ministero dello Sviluppo Economico.
Vediamo nel dettaglio come si articolerà il MiTE.
MiTE: come si articolerà?
Il Ministero della Transizione Ecologica si articolerà in tre Dipartimenti e dieci Direzioni generali.
Dipartimento amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale (DiAG):
- Direzione generale risorse umane e acquisti (RUA)
- Direzione generale innovazione tecnologica e comunicazione (ITC)
- Direzione generale attività europea ed internazionale (AEI)
- Direzione generale patrimonio naturalistico e mare (PNM).
Dipartimento sviluppo sostenibile (DiSS):
- Direzione generale economia circolare (EC)
- Direzione generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche (USSRI)
- Direzione generale valutazioni ambientali (VA).
Dipartimento energia (DiE):
- Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS)
- Direzione generale competitività ed efficienza energetica (CEE)
- Direzione generale incentivi energia (IE).
Perché questa nuova riorganizzazione? Chi ha letto con noi gli scorsi articoli sulla Transizione Ecologica e sull’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sa che anche a livello istituzionale si sta cercando di puntare sempre più su un modello di sviluppo sostenibile. Per farlo al meglio però è necessario adeguare compiti e funzioni dei dipartimenti e rendere i processi sempre più efficienti. La riorganizzazione del MiTE si pone proprio questo obiettivo: mettere l’Italia nelle condizioni di affrontare al meglio queste nuove sfide.
Difatti, come osserva il Ministro Cingolani, la riorganizzazione del MiTE rappresenta
“Un passo fondamentale per dare piena operatività alla transizione ecologica attraverso l’impiego degli strumenti e delle risorse del PNRR. Sarà una vera e propria rigenerazione che consentirà di superare quegli ostacoli di origine burocratica, tecnologica e strutturale e rendere la pubblica amministrazione efficacemente al servizio dei cittadini e dell’ambiente”.
Le intenzioni sono virtuose, non sei d’accordo anche tu? Ora però è necessario che queste riforme portino a risultati concreti e contribuiscano attivamente ad un cambiamento all’insegna della sostenibilità.